"L’ombra del vento"
/C. R. Zafon"
Ma perché qualcuno voleva bruciare i libri di Julián Carax?" "Perché si bruciano i libri? Per stupidità, per ignoranza, per odio…chi lo sa." "Ma lei che idea si è fatta?" insistetti. "Julián viveva nelle pagine dei suoi romanzi. Il corpo finito all’obitorio era solo una parte di lui. La sua anima è nelle storie che ha raccontato. Una volta gli ho chiesto a chi si ispirava per creare i suoi personaggi; lui mi rispose che erano tutti una proiezione di se stesso." "Quindi, se qualcuno si proponesse di distruggerlo, dovrebbe distruggere quelle storie e quei personaggi. Non è così?"Una Barcellona cupa, quella che è tratteggiata nelle pagine del romanzo "L’ombra del vento", dello scrittore spagnolo Carlos Ruiz Zafón, con il cielo grigio e un sole di rame - quando c’è -, piogge torrenziali e persino neve, ben lontana dalla città luminosa e piena di rumori e musica che noi abbiamo in mente. Una città intristita dagli strascichi della guerra civile all’inizio del libro, nel 1945, e ancora prigioniera di un duro regime poliziesco una decina di anni dopo, con il progredire della storia. Suggestiva la copertina, con il lampione in primo piano, un padre che tiene per mano un bambino che gli sta dietro saltellando, la nebbia tutt’intorno. Ci sono parecchie figure di padri e figli in questo libro che ha del romanzo ottocentesco nel gusto di raccontare più storie che si intrecciano e che rimandano una all’altra, con scherzi del destino, amori tragici, paternità incerte, incesti e vendette. La coppia più bella di genitore e figlio, l’unica interamente positiva, è quella di Daniel, il narratore, e del padre libraio. Daniel ha undici anni quando, come per segnare un ingresso nell’età adulta, il padre lo accompagna al Cimitero dei Libri Dimenticati, nel Barrio Gotico, e gli lascia scegliere un libro da salvare dall’oblio e da cui non si dovrà mai separare. È Daniel che sceglie o è il libro "L’ombra del vento" di Julián Carax che si fa scegliere? Perché da questo momento la vita di Daniel si allaccia inestricabilmente a quella del misterioso scrittore su cui cerca di sapere di più, affascinato da quell’unico romanzo. Un Daniel investigatore che è un grande lettore nonché un aspirante scrittore - è ancora un caso che il padre gli regali la desiderata penna stilografica che era stata di Victor Hugo e (ma loro non lo sanno) di Julián Carax? Mentre svolge le sue ricerche, Daniel si trova a vivere delle esperienze stranamente simili a quelle di Carax stesso, tanto che abbiamo spesso l’impressione di leggere un romanzo nel romanzo. Compare presto, infatti, un personaggio che è uscito direttamente dalle pagine dell’altro "L’ombra del vento", quello di Carax, figura che vive nel buio, che sembra avere una pelle di cuoio e occhi senza palpebre: era il diavolo nel libro di Carax, è un uomo duramente colpito, senza pace. All’inizio di questa storia di uno scrittore maledetto i cui libri sono stati tutti dati alle fiamme, ci sono cinque ragazzi in un collegio esclusivo, e tre dei cinque frequentano quella scuola con borse di studio. Uno di loro si farà prete, uno diventerà un poliziotto tristemente famoso per la sua crudeltà, e uno, Carax, diventerà scrittore, dopo aver avuto un legame d’amore contrastato con la bella sorella di uno dei due compagni ricchi. Anche Daniel si innamora della sorella dell’amico, anche il suo amore è in pericolo perché il poliziotto malvagio è sulle sue tracce sperando di trovare Carax di cui deve vendicarsi, mentre sarà proprio il riapparso Carax a difenderli, nella casa abbandonata che aveva visto anche il suo amore giovanile. Questa è solo una parte della trama, ricchissima, che alterna altre voci a quella di Daniel, l’io narrante della storia, che ritorna al passato, alla generazione che precede quella dei cinque compagni, cosicché risulta chiaro come le colpe dei padri ricadano sui figli.
"L'ombra del Vento" è un romanzo scorrevole, interessante, efficace con una piacevole miscela di ingredienti: un po' di malinconia, un pizzico di horror, un clima da giallo, inquietudine e passione quanto basta, avventura e magia in quantità, un gustoso umorismo (esilaranti le battute di Fermìn Romero de Torres 'la televisione, mio caro Daniel, è l’Anticristo. Mi creda, nel giro di tre o quattro generazioni la gente non sarà più nemmeno in grado di scoreggiare da sola'). Un libro pieno di frasi bellissime come "Esistiamo fintanto che siamo ricordati" oppure "Le coincidenze sono le cicatrici del destino". Un libro che è una convincente apologia della lettura. Basta citare le parole di Clara a pag.29: 'Quel libro fu una rivelazione. Per me la lettura era sempre stata un obbligo, una specie di obolo da versare a maestri e tutori. Ignoravo il piacere che può dare la parola scritta, il piacere di penetrare nei segreti dell'anima, di abbandonarsi all'immaginazione, alla bellezza e al mistero dell'invenzione letteraria. Tutte queste scoperte le devo a quel romanzo. Hai mai baciato una ragazza, Daniel ? Bè, si prova la stessa sensazione, il brivido della prima volta è indimenticabile. Viviamo in un mondo di ombre, Daniel, e la fantasia è un bene raro. Quel libro mi ha insegnato che la lettura può farmi vivere con maggiore intensità, che può restituirmi la vista'. Un libro che riconcilia con il desiderio di leggere per evadere, di leggere per lasciarsi 'possedere' da altre vite, da altri mondi.
Le prime righe…
"Il Cimitero dei Libri Dimenticati"
"Ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati. Erano le prime giornate dell'estate del 1945 e noi passeggiavamo per le strade di una Barcellona prigioniera di un ciclo grigiastro e di un sole color rame che inondava di un calore umido la rambla de Santa Monica. «Daniel, quello che vedrai oggi non devi raccontarlo a nessuno» disse mio padre. «Neppure al tuo amico Tomás. A nessuno.» «Neanche alla mamma?» domandai sottovoce. Mio padre sospirò, offrendomi il sorriso dolente che lo seguiva sempre come un'ombra. «Ma certo» rispose mesto. «Per lei non abbiamo segreti.» Subito dopo la guerra civile, il colera si era portato via mia madre. L'avevamo sepolta a Montjuic, sotto una pioggia battente, il giorno in cui compivo quattro anni. Ricordo che quando chiesi a mio padre se il cielo piangeva gli mancò la voce. Sei anni dopo, l'assenza di mia madre era ancora un grido muto, un vuoto che nessuna parola poteva colmare. Mio padre e io abitavamo in un piccolo appartamento di calle Santa Ana, vicino alla piazza della chiesa, sopra la libreria specializzata in edizioni per collezionisti e libri usati che era stata del nonno, un magico bazar che un giorno sarebbe diventato mio, diceva mio padre. Sono cresciuto tra i libri, in compagnia di amici immaginari che popolavano pagine consunte, con un profumo tutto particolare".
Chi è Carlos Ruiz Zafon?
Carlos Ruiz Zafón
è nato a Barcellona nel 1964. Autore di libri per ragazzi, è al suo esordio nella narrativa per adulti. Vive a Los Angeles, dove è impegnato nell’attività di sceneggiatore, e dove sta lavorando al suo prossimo romanzo. Collabora regolarmente con le pagine culturali di "El País" e "La Vanguardia" .